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Colombo, Cristoforo.

Navigatore italiano, scopritore del continente americano. Nato da una famiglia di lanaioli, ben poco si sa della sua giovinezza. In seguito alle sue imprese, molte cittadine della Liguria si contesero i suoi natali, forzando la dichiarazione fatta da lui stesso di essere genovese, nel senso che fosse nativo non della città, ma dello Stato di Genova. Documenti che paiono però irrefutabili (atti notarili e giudiziari) provano la sua origine genovese. Egli scelse fin da giovane la via del mare e tra il 1473 e il 1475 viaggiò su navi mercantili nell'Egeo e lungo le coste del Portogallo e delle Fiandre. Stabilitosi a Lisbona intorno al 1477, sposò Felipa Moniz Perestrello, figlia di Bartolomeo Perestrello, navigatore e governatore portoghese di Porto Santo (Madera), che gli lasciò in eredità mappe, diari di viaggio e strumenti nautici. Probabilmente autodidatta, studiò il portoghese e il latino e potè leggere tutti i trattati di geografia e di navigazione fino allora esistenti: l'Imago mundi di Pierre d'Ailly, l'Historia rerum ubique gestarum di Pio II e gli scritti di Marco Polo. Convinto che, secondo le teorie di Toscanelli, la Terra fosse sferica, che la circonferenza terrestre all'equatore fosse di 1/4 inferiore alla realtà, che la superficie dell'Asia fosse maggiore e che nessuna terra si frapponesse verso Ovest tra Europa e Asia, cominciò a progettare la possibilità di raggiungere l'Estremo Oriente navigando verso Occidente: l'India e la Cina costituivano allora una meta di grande interesse per le loro favolose ricchezze. Nel 1484 C. sottopose il suo progetto al re Giovanni II di Portogallo; questi lo approvò ma pretese che fosse scelta una rotta più settentrionale e il navigatore rifiutò. Nello stesso anno C., rimasto vedovo, si trasferì in Spagna e presentò il suo piano ai sovrani Isabella e Ferdinando; fu riunita una commissione perché lo vagliasse, ma il parere degli esperti fu negativo. Isabella e Ferdinando non delusero però completamente le speranze di C. e rimandarono ogni decisione definitiva alla fine della guerra contro i Mori, quando stabilirono, con le capitolazioni di Santa Fe (17 aprile 1492), di finanziare l'impresa; in caso di successo C. avrebbe avuto il grado di ammiraglio dell'Oceano e il titolo di viceré delle terre scoperte. Alla città di Palos, che doveva una riparazione ai sovrani di Spagna, fu imposto di armare due caravelle per la spedizione, la Niña e la Pinta, mentre la nave ammiraglia Santa Maria apparteneva alla flotta reale. Il 3 agosto 1492 C. salpò da Palos, toccò le Canarie, attraversò l'Atlantico lungo il 28° parallelo, e il 12 ottobre, dopo poco più di due mesi di navigazione, piena di incognite e di peripezie, giunse a un'isola delle Bahama denominata dagli indigeni Guanahami e che egli ribattezzò San Salvador (l'odierna Watling). Essa gli apparve ben diversa da quell'oriente che aveva creduto di raggiungere, e nel tentativo di doppiarla alla ricerca dei Paesi descritti da Marco Polo, scoprì le isole di Santa Maria e la Conception, Fernandina, Isabela, Juana (Cuba) e Hispaniola (Haiti), dove lasciò una guarnigione di 39 uomini al forte Navidad. Nel corso di questa prima traversata C. accertò il fenomeno della declinazione magnetica terrestre e l'ampiezza del movimento della stella polare. Il 16 gennaio 1493 intraprese il viaggio di ritorno e il 15 marzo sbarcò in Spagna, ricevendo accoglienze trionfali. Il 25 settembre dello stesso anno, allestita una seconda grossa spedizione, ripartì da Cadice con 17 navi; il viaggio durò fino all'11 giungo 1496 e C. scoprì le isole Dominica, Guadalupa, Antigua, Puerto Rico e Giamaica, e la costa sud-occidentale di Cuba. Ad Haiti, avendo trovato abbandonato il forte Navidad, lasciò una nuova colonia (Isabela) col fratello Bartolomeo. Nel viaggio successivo (30 maggio 1498 - 29 novembre 1500) C., partito da Sanlucar, tenne una rotta più meridionale (9° latitudine Nord), toccò Trinidad, raggiunse l'America meridionale presso le foci dell'Orinoco (5 agosto 1498) e si diresse ad Haiti: qui trovò la popolazione spagnola in rivolta perché non si erano trovate le ricchezze sperate. I sovrani spagnoli, informati di ciò, destituirono C. dalle sue cariche e l'inviato governativo, Francisco de Bobadilla, lo fece ricondurre in Spagna in catene. Riottenuta la libertà, l'11 maggio 1502 C. intraprese il suo quarto e ultimo viaggio; navigò nei mari dell'America centrale, tra le Antille e lungo le coste settentrionali dell'Honduras, da Cabo de Gracias a Dios a Portobello. Fatto naufragio e fermatosi un anno in Giamaica, il 7 novembre 1504 rientrò a Sanlucar. Defraudato dei suoi diritti e privato dei titoli promessigli, si ritirò a Valladolid. Di lui restano i Diarii della riduzione di Bartolomé Las Casas, alcune lettere e le note ai suoi libri, documenti interessanti ma non privi di rimaneggiamenti postumi (Genova 1451 - Valladolid 1506).
Cartina dei viaggi di Cristoforo Colombo

Cristoforo Colombo incontra gli indigeni

Modello tridimensionale della caravella Pinta usata da Colombo

Modello tridimensionale della caravella Santa Maria usata da Colombo