Navigatore italiano, scopritore del continente americano.
Nato da una famiglia di lanaioli, ben poco si sa della sua giovinezza. In
seguito alle sue imprese, molte cittadine della Liguria si contesero i suoi
natali, forzando la dichiarazione fatta da lui stesso di essere genovese, nel
senso che fosse nativo non della città, ma dello Stato di Genova.
Documenti che paiono però irrefutabili (atti notarili e giudiziari)
provano la sua origine genovese. Egli scelse fin da giovane la via del mare e
tra il 1473 e il 1475 viaggiò su navi mercantili nell'Egeo e lungo le
coste del Portogallo e delle Fiandre. Stabilitosi a Lisbona intorno al 1477,
sposò Felipa Moniz Perestrello, figlia di Bartolomeo Perestrello,
navigatore e governatore portoghese di Porto Santo (Madera), che gli
lasciò in eredità mappe, diari di viaggio e strumenti nautici.
Probabilmente autodidatta, studiò il portoghese e il latino e potè
leggere tutti i trattati di geografia e di navigazione fino allora esistenti:
l'
Imago mundi di Pierre d'Ailly, l'
Historia rerum ubique gestarum
di Pio II e gli scritti di Marco Polo. Convinto che, secondo le teorie di
Toscanelli, la Terra fosse sferica, che la circonferenza terrestre all'equatore
fosse di 1/4 inferiore alla realtà, che la superficie dell'Asia fosse
maggiore e che nessuna terra si frapponesse verso Ovest tra Europa e Asia,
cominciò a progettare la possibilità di raggiungere l'Estremo
Oriente navigando verso Occidente: l'India e la Cina costituivano allora una
meta di grande interesse per le loro favolose ricchezze. Nel 1484
C.
sottopose il suo progetto al re Giovanni II di Portogallo; questi lo
approvò ma pretese che fosse scelta una rotta più settentrionale e
il navigatore rifiutò. Nello stesso anno
C., rimasto vedovo, si
trasferì in Spagna e presentò il suo piano ai sovrani Isabella e
Ferdinando; fu riunita una commissione perché lo vagliasse, ma il parere
degli esperti fu negativo. Isabella e Ferdinando non delusero però
completamente le speranze di
C. e rimandarono ogni decisione definitiva
alla fine della guerra contro i Mori, quando stabilirono, con le capitolazioni
di Santa Fe (17 aprile 1492), di finanziare l'impresa; in caso di successo
C. avrebbe avuto il grado di ammiraglio dell'Oceano e il titolo di
viceré delle terre scoperte. Alla città di Palos, che doveva una
riparazione ai sovrani di Spagna, fu imposto di armare due caravelle per la
spedizione, la
Niña e la
Pinta, mentre la nave ammiraglia
Santa Maria apparteneva alla flotta reale. Il 3 agosto 1492
C.
salpò da Palos, toccò le Canarie, attraversò l'Atlantico
lungo il 28° parallelo, e il 12 ottobre, dopo poco più di due mesi
di navigazione, piena di incognite e di peripezie, giunse a un'isola delle
Bahama denominata dagli indigeni Guanahami e che egli ribattezzò San
Salvador (l'odierna Watling). Essa gli apparve ben diversa da quell'oriente che
aveva creduto di raggiungere, e nel tentativo di doppiarla alla ricerca dei
Paesi descritti da Marco Polo, scoprì le isole di Santa Maria e la
Conception, Fernandina, Isabela, Juana (Cuba) e Hispaniola (Haiti), dove
lasciò una guarnigione di 39 uomini al forte Navidad. Nel corso di questa
prima traversata
C. accertò il fenomeno della declinazione
magnetica terrestre e l'ampiezza del movimento della stella polare. Il 16
gennaio 1493 intraprese il viaggio di ritorno e il 15 marzo sbarcò in
Spagna, ricevendo accoglienze trionfali. Il 25 settembre dello stesso anno,
allestita una seconda grossa spedizione, ripartì da Cadice con 17 navi;
il viaggio durò fino all'11 giungo 1496 e
C. scoprì le
isole Dominica, Guadalupa, Antigua, Puerto Rico e Giamaica, e la costa
sud-occidentale di Cuba. Ad Haiti, avendo trovato abbandonato il forte Navidad,
lasciò una nuova colonia (Isabela) col fratello Bartolomeo. Nel viaggio
successivo (30 maggio 1498 - 29 novembre 1500)
C., partito da Sanlucar,
tenne una rotta più meridionale (9° latitudine Nord), toccò
Trinidad, raggiunse l'America meridionale presso le foci dell'Orinoco (5 agosto
1498) e si diresse ad Haiti: qui trovò la popolazione spagnola in rivolta
perché non si erano trovate le ricchezze sperate. I sovrani spagnoli,
informati di ciò, destituirono
C. dalle sue cariche e l'inviato
governativo, Francisco de Bobadilla, lo fece ricondurre in Spagna in catene.
Riottenuta la libertà, l'11 maggio 1502
C. intraprese il suo
quarto e ultimo viaggio; navigò nei mari dell'America centrale, tra le
Antille e lungo le coste settentrionali dell'Honduras, da Cabo de Gracias a Dios
a Portobello. Fatto naufragio e fermatosi un anno in Giamaica, il 7 novembre
1504 rientrò a Sanlucar. Defraudato dei suoi diritti e privato dei titoli
promessigli, si ritirò a Valladolid. Di lui restano i
Diarii della
riduzione di Bartolomé Las Casas, alcune lettere e le note ai suoi libri,
documenti interessanti ma non privi di rimaneggiamenti postumi (Genova 1451 -
Valladolid 1506).
Cartina dei viaggi di Cristoforo Colombo
Cristoforo Colombo incontra gli indigeni
Modello tridimensionale della caravella Pinta usata da Colombo
Modello tridimensionale della caravella Santa Maria usata da Colombo